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Con mia madre e i miei fratelli 4.


di Clelia_Rocco_coppia
10.11.2024    |    14.643    |    19 9.7
"-“Cazzo, ammirare queste due troie che ci spompinano insieme è qualcosa che non avrei mai immaginato, ma sono magnifiche non credi? Lo chiede a suo figlio, ..."
Dopo quella volta ce ne sono state altre con i miei due meravigliosi e cazzuti fratelli. Ma il clou della mia perversione credo di averlo raggiunto una domenica di alcuni mesi dopo.
Estate, io di turno al lavoro e ci sarei rimasta fino alle 14.00; mia sorella e il suo ragazzo (quello che si sarebbe rivelato, poi, un porco traditore) insieme a mio fratello Dario e alla sua nuova fidanzata in gita al mare per l’intera giornata; di Marco, il mio fratellastro, nessuna notizia e mia madre, invece, a casa perché Saverio, il suo ex, sarebbe passato nella tarda mattinata per ritirare, dopo quasi un anno, alcuni suoi effetti personali, ancora a casa nostra. Per un blackout elettrico, siamo costretti a smettere di lavorare 2 ore prima e il nostro capo ci dice che se vogliamo possiamo pure andarcene. Accolgo la cosa con grande gioia perché immagino già di trascorrere il pomeriggio nella mia stanza e con l’aria condizionata. Appena entrata in casa risaltano alle mie orecchie suoni e gemiti a me ormai noti. Mi colpisce sentire le piccole urla e insulti che avevo dimenticato ma che risvegliano nella mia memoria scenari già visti. Raggiungo a passi lenti il luogo da dove provengono quelli che ormai ho individuato come lamenti di piacere e dalla porta socchiusa della sua camera da letto, posso ammirare ancora una volta mia madre mentre cavalca quel meraviglioso cazzo del mio ex patrigno Saverio. Lui disteso e lei di spalle che si solleva e si abbassa, facendosi penetrare da quel palo pulsante fino alla radice.
-“Ahahahahah; avevo dimenticato quanto mi piacesse cavalcare il tuo cazzo. Sapessi quante volte ho desiderato sentirmi ancora così troia come solo tu sai farmi sentire…”
Si lascia andare la mia troia maestra.
-”Vuoi dire che nessun cazzo ti ha più fatto godere come quella cagna che sei in tutto questo tempo”?
Risponde il suo amante.
-“Vuol dire che nessuno è riuscito a far venire fuori la puttana e la cagna in calore in cui tu mi hai trasformato! Ora fottimi, sfondami e fai godere la tua vacca da monta!”
La sento replicare sempre più gemente ed eccitata. Muove i fianchi, gli graffia il torace e urla.
-“Sì, Sì, Sì…ancora, ancora, più forteeeeeee”!
Stanco di quella posizione troppo passiva, Saverio, si solleva col busto, l’afferra per le natiche e, prendendola di peso la costringe a giacere nella posizione del missionario, mettendo le gambe di mia madre sulle sue spalle e affondando nella sua fica col cazzo fino alle palle. Le mani di lei sulle natiche di lui, affondano con le unghie, lui le afferra le mammelle pesanti dai capezzoli duri ed enormi e dà inizio a una serie di affondi paurosi, in cui posso apprezzare i suoi venti centimetri di cazzo che spariscono, trapanandola fino alle palle e il suono del suo ventre che sbatte su quel magnifico culo. Saverio è un vero toro e lei sembra una magnifica scrofa che si gode il suo maschio.
Io? Sono già un lago e non riesco a ricordare da quanto tempo ho preso a masturbarmi affondando tre dita nella mia fica. Ho il tempo di sentire lei che urla per l’orgasmo appena raggiunto e sentire il suono tipico della sua fica che erutta sborra allagando le lenzuola sottostanti. Io non voglio godere, so che avrò ancora molto da vedere e gustare, quindi rallento il movimento delle mie dita dentro la fica, ma con l’altra mano, inizio a torturare il mio clitoride.
Il maschio di mia madre adesso è veramente scatenato. Mentre tira fuori il cazzo da quella fica fradicia, la prende per i fianchi e la costringe a posizionarsi a pecora, insultandola pesantemente.
-“Piegati, puttana! Vuoi il mio cazzo? Allora guadagnatelo come facevi in passato!”
Le fa allargare le cosce, le preme la testa sul letto e senza neanche impugnare il cazzo, trova la strada della fregna di mia madre, penetrandola in un solo affondo. Lei urla un “Sì” lungo e bramoso, accettando quel trattamento e rispondendo come ormai una cavalla domata.
-“Si mio padrone, la tua troia è pronta, puoi fottertela come vuoi, in ogni posizione, in ogni buco!”
Ascoltare i loro dialoghi mi provoca una profonda invidia e una clamorosa eccitazione. Non ho ancora goduto ma il mio piacere si manifesta colando dalla mia fica e scivolando tra le mie cosce fino al pavimento. Sono così presa da quelle scene che non mi rendo conto di non essere più sola ad assistere a quella magnifica rappresentazione di sesso sfrenato. Con una mano sulla bocca per impedirmi di urlare per lo spavento, Marco mi sussurra all’orecchio.
-“Zitta, non urlare, puttanella viziosa; sono io, non preoccuparti.”
-“Cazzo, ma sei impazzito, mi hai fatto prendere un colpo.”
-“Veramente più che impaurita mi sei sembrata arrapata. Guarda cosa hai combinato qui a terra.”
Rimane dietro di me, mi passa un braccio attorno alla vita e, attirandomi a sé, mi morde il collo facendomi sentire quel gran cazzo che amo quasi quanto lui.
-“Sembra di essere tornati indietro nel tempo; questi due maiali ci danno ancora dentro alla grande.”
Mi provoca, mentre ha liberato la sua minchia e la sfrega sulla mia fessura che sembra quasi riconoscerlo perché si apre e lo accoglie per tutta la sua lunghezza, ma soprattutto circonferenza. Mi mordo le labbra per non urlare e dopo qualche secondo, chiedo da quanto tempo si trovava lì a spiarmi e spiarci. Ero qui da un po’, sapevo che mio padre era sopra con nostra madre e quando ti ho vista arrivare ti ho seguita, immaginando a quali scene avresti potuto assistere.
-“Porco, bastardo e perverso. Mi hai teso una trappola, allora.”
Lo insulto tra un sospiro e un altro senza perdermi un solo attimo della monta che si sta consumando davanti ai nostri occhi e tra i nostri genitori.
-“In realtà ero salito prima di te e quando li ho visti scambiarsi carezze e baci lascivi, ho pensato di lasciarli divertire. Ma quando ti ho visto salire, ho pensato che guardarli insieme a te sarebbe stata un'altra cosa.”
A quel punto mi morde forte sul collo, mentre continua a fottermi in piedi, come una puttana da strada.
Quasi urlo e quel gemito incontrollato è fatale. Entrambi i nostri genitori si girano dalla nostra parte e ci sorprendono proprio mentre Marco con una mano mi strizza i capezzoli e con l’altra mi tortura il clitoride.
-“Cazzo!”
Esclama sorpreso il mio patrigno. Mentre mia madre, come è suo costume, non perde per niente la calma. Anzi sorride e ci dice.
-“Marco, Agnese, da quanto tempo ci state spiando? E vedo che non vi è dispiaciuto farlo; tutt’altro. Anche voi stavate facendo sesso, proprio ispirandovi a me e vostro padre. Ora venite qui tutti e due.”
Lo fa con pacatezza, ma con un tono perentorio che non ammette repliche.
Marco si muove per primo, mi prende per mano e mi conduce con lui accanto al letto. Mia madre battendo due volte la mano sul materasso ci invita a sederci vicino a lei.
Come in trance sia io che il mio fratellastro saliamo sul letto e la raggiungiamo sistemandoci al suo fianco, con lei in mezzo. Saverio in ginocchio con le natiche accosciate sui talloni e il cazzo semirigido osserva quella scena che ha del surreale e inimmaginabile neanche nelle più perverse fantasie.
La prima a muoversi è mia madre. Sorride a Marco e impugna, ancora fradicio dei miei umori, il cazzo del suo “bambino” anche lui semirigido e, accarezzandolo, inizia lentamente una sega. Marco è sorpreso ma quella mano ha sul suo cazzo un effetto scontato perché si rianima subito, diventando di roccia. Saverio la guarda sorpreso, ma non proferisce parola, poi quando mia madre, rivolgendosi a me mi invita a fare lo stesso con lui, i suoi occhi si illuminano e da sorpresi assumono una espressione desiderosa, quasi speranzosa. Lo guardo e leggo sul suo viso ciò che da sempre ha desiderato, avermi, possedermi, farmi sua totalmente. Fingo una malcelata sorpresa e prima che io possa dire qualcosa, la mia adorabile troia regina mi ammonisce.
-“Su Agnese, non fare la sostenuta; so bene che desideri Saverio, o meglio il suo cazzo, da tanto, tanto tempo. Praticamente sin dalle prime volte che ci hai spiati in camera da letto mentre facevamo sesso e tu sai che io sapevo che eri lì quasi ogni notte.”
Il suo tono non ammette repliche e mentre fa distendere il mio fratellastro, inginocchiandosi tra le sue cosce e prendendo quella bella minchia in bocca, Saverio si è messo vicino a me e mi accarezza i capelli e il viso, guardandomi con un desiderio che non avevo mai visto in nessuno degli uomini con cui ero stata. Sorrido e impugno il suo cazzo, segandolo per qualche secondo. Lo sento caldo, duro, pulsante e scatta in me un riflesso condizionato. Il desiderio irrefrenabile di averlo in bocca, sentirlo duro tra le labbra, annusarne l’odore quando già è impregnato dagli umori della fica di mia madre e gustarmi il sapore. Ho già le prime fitte alla fica e lui si è sistemato accanto a suo figlio e io, di conseguenza nella medesima posizione di mia madre. Il primo a parlare è proprio il mio patrigno.
-“Cazzo, ammirare queste due troie che ci spompinano insieme è qualcosa che non avrei mai immaginato, ma sono magnifiche non credi?
Lo chiede a suo figlio, ma in realtà esprime solo quello che anche io e mia madre forse pensiamo: Spompinare padre e figlio nello stesso momento e nello stesso letto è solo perverso, arrapante e di una lussuria unica. Con lei ci scambiamo uno sguardo di intesa e da quel momento in poi decido che la emulerò in ogni suo gesto. Infatti dopo 5 minuti, non appena la vedo alzarsi, mettersi in piedi allargare le cosce e sistemarsi a cavallo del viso di Marco per farsi leccare, la seguo e faccio altrettanto mentre la sento intimare al mio fratellastro:
-“Lecca questa fica, porco perverso e da adesso smetterai di segarti tutte le volte che mi vedi scopare o masturbare; verrai e soddisferai la voglia di minchia della tua mammina.”
Marco sorride appena, ma tuffa il suo viso tra quelle cosce, infilando quella lingua lunghissima che io conosco bene in quella figa ricoperta da una sottile striscia di peluria e già in un lago. Mia madre emette un lungo gemito e un “cazzoooo” convinto perché neanche lei si aspettava quel piccolo cazzo che la trapanava.
Neanche Saverio è da meno e con le mani che mi abbrancano per le natiche, si tuffa tra le mie cosce, leccando come un forsennato.
La mia incapacità di restare in silenzio mi porta a gemere forte e ad emettere dei “sì, sì, sììììììì, prolungati, afferrando il mio maschio per la testa e premerla tra le mie cosce per sentirlo di più. Osservo mia madre fare lo stesso con Marco ma più di tutti mi godo il suo corpo in tensione; i muscoli delle gambe, i glutei magnifici contratti, il ventre appena pronunciato, ma ancora tonico e quei seni enormi, pesanti ma con i capezzoli ancora all’insù, duri, turgidi, dritti e desiderosi di carezza.
Siamo così vicine che allungo una mano e ne accarezzo uno, mi piego e prendo in bocca il suo capezzolo, lo lecco, lo succhio e lo mordo dolcemente.
-“Hohohohoh…!”
Geme e io mi eccito nel vederla così arrapante e vogliosa. La vedo godere, quasi urlando e allagare il viso di Marco con i suoi umori, mentre lo prende per i capelli, e gli strofina il viso sulla sua fica, o meglio, la lingua che quel porco, provvidenzialmente, ha tirato fuori per poterla leccare meglio, tutta.
Non riesco a rimanere concentrata su quella scena, perché anche Ia mia fica mi tradisce e, dopo averlo visto decine di volte bere il piacere di quella magnifica troia che è mia madre, godo sul viso di quel grandissimo porco del mio patrigno. Tremo in ogni fibra del mio corpo e le gambe stanno per cedere, ma lui mi regge per le natiche, lasciandomi godere fino all’ultimo spasmo.
Anche mia madre è giunta al limite mentre incita Marco a non smettere e a farla godere ancora e ancora; quindi, si lascia andare, urlando tutto il suo piacere.
-“Ahahahahaha… sì, godo, godo, godo! Che gran porco ho per figlio; mi sta scopando la fica con quella lingua meglio che se fosse un cazzo. Dai amore di mamma, fai godere questa troia, farla urlare, fai vedere alla tua sorellina come lecchi quella puttana di sua madre… sìììììììììì!”
La vedo sussultare come in preda alle convulsione ed è una reazione ai suoi orgasmi che ho imparato a conoscere molto bene. Marco è bravo e riesce a reggerla fino a quando le gambe non le cedono e la vedo scivolare col bacino fino a quando la sua fica non si adagia sul cazzo del mio fratellastro. Lo bacia in bocca con lussuria e non ancora paga lo insulta ancora.
-“Ora voglio vedere come sai usare questo gran cazzo che la mamma ti ha fatto!”
Si solleva appena sulle ginocchia, impugna la minchia durissima di marco e la punta al centro del suo sesso, impalandovisi sopra.
-“Ahahahahaha, cazzo, mi sventri, amore, ma voglio sentirmi piena di te, tutta!”
E inizia a muoversi ancheggiando avanti e indietro, facendo scivolare quel manganello dentro e fuori.
È uno spettacolo unico e quanto mai arrapante e sia io che Saverio ne siamo affascinati. Ma il mio patrigno non ci sta a fare il guardone; mi afferra per i capelli e mi costringe in ginocchio mentre lui si alza in piedi sul letto. Mi infila il cazzo in bocca e mi insulta pesantemente.
-“Dai, lurida bocchinara, succhia il cazzo al tuo paparino, ingoialo proprio, vediamo se sei brava come quella vacca di tua madre.”
Quegli insulti e l’essere trattata come una baldracca, una puttana da strada, mi eccita troppo e do il meglio di me stessa per dimostrare che sono degna della mia troia madre. Per diversi minuti mi godo quella carne dura e calda in bocca, assaporandola in ogni anfratto, lecco le sue palle e arrivo a raggiungere con la lingua anche il suo culo. Ho deciso di essere più troia della sua ex donna e lui gradisce molto perché rantola e geme come un bisonte. So che manca poco perché mi riempia la bocca di sborra, ma non è ancora intenzionato a godere perché, sempre tenendomi per i capelli, mi costringe a pecora proprio in corrispondenza del culo di mia madre, piegata su suo figlio mentre lo lecca dappertutto come una cagna farebbe col suo mastino.
Posso godermi quella minchia che le trapana la fica incessantemente mentre Saverio, senza preavviso, mi infila il suo cazzone in fica e inizia a fottermi come una vacca, dandomi degli ordini precisi.
-“Lecca i coglioni del tuo fratellastro e a quella baldracca di tua madre fai sentire le tue dita nel culo, lei lo adora.”
Eseguo, ormai senza controllo, sono in balia di quel maschio perverso e non desidererei altro in questo momento. Mia madre geme, e mi insulta, incitandomi a fotterle il culo. E io ormai non resisto più e tra meno di un minuto godrò come una vacca, senza ritegno. Il mio ex patrigno, ha infatti, pensato bene di infilarmi due dita nel culo, facendomi impazzire di piacere e io inizio a godere e urlare come un maiale sgozzato; il piacere mi travolge e scuoto il capo da unna parte all’altra in preda a vere e proprie convulsioni per il godimento provocatomi. Saverio non smette di fottermi e sta per godere anche lui, ma quando esce dalla mia fica e mi appoggia la cappella sul buco del culo, so come e dove vorrà sborrare. Me lo infila fimo alle palle, mi prende per i fianchi e mi pompa quella bella minchia dura tutta dentro, forte, profondo, violento. Sono nuovamente eccitata e istintivamente, inizio a torturarmi il clitoride col palmo della mano, in modo convulso, rapido, premendo e schiacciandolo violentemente e quasi in sincrono, godo ancora insieme al mio potente maschio che mi riempie l’intestino di sborra calda, facendomi urlare e singhiozzare per lo straordinario godimento. Crollo a faccia in giu sul letto e Saverio sopra di me, spossato. Mi giro e mi gusto l’orgasmo di mia madre e del mio fratellastro che godono nello stesso momento urlando e ascolto per la prima volta Marco che insulta nostra madre.
-“Puttana, troia, cagna, succhiacazzi e pompinara; ti sfondo, ahahahahah… godo, godoooooo!”
Lei lo asseconda e risponde.
-“Si, amore della mamma, godi e fai godere questa puttana, la tua troia; perché tua madre, amore mio, è una vera cagna in calore, una vacca da monta!”
Si baciano, si leccano, slinguandosi in modo veramente animalesco. In quel momento sento di amarli entrambi.


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